1  
H 2
LI Be
Na Mg
K Ca
Rb Sr
Cs Ba
Fr Ra
3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Sc Ti V Cr Mn Fe Co Ni Cu Zn
Y Zr Nb Mo Tc Ru Rh Pd Ag Cd
La-Lu Hf Ta W Re Os Ir Pt Au Hg
Ac-Lr Rf Db Sg Bh Hs Mt Ds Rg Cn
          18
13 14 15 16 17 He
B C N O F Ne
AL Si P S Cl Ar
Ga Ge As Se Br Kr
In Sn Sb Te I Xe
Tl Pb Bi Po At Rn


Simbolo dell’elemento: Nb
Numero atomico: 41
Config. elettronica: [Kr] 4d45s1
Isotopi naturali: 93Nb
Massa atomica: 92.91 uma
Densita: 8.57 g cm-3 (0°C, 1atm)
Punto di fusione: 2477°C
Punto di ebollizione: 4744°C
Elettronegativita: 1.63

Cristalli di niobio ottenuti per elettrolisi

Niobio

Il Niobio è un elemento metallico, morbido, bianco-grigio, malleabile, duttile, ed assume una tinta bluastra quando esposto all'aria e a temperatura ambiente per lungo tempo. Il nome niobio venne ufficialmente riconosciuto dalla IUPAC solo nel 1950, dopo circa un secolo di controversie. Esso deriva dal personaggio della mitologia greca «niobe» figlia di Tantalo e sorella di Pelope. La concentrazione di niobio sulla crosta terrestre è piuttosto bassa, il metallo non si trova mai allo stato nativo ed è presente solo in minerali abbastanza rari, tra cui il più importante è un ossido misto di Fe, Mn e Ta chiamato columbite. Il niobio viene usato principalmente nella produzione di acciai inossidabili speciali, resistenti alle alte e alle basse temperature. Le leghe di niobio sono usate negli impianti chirurgici perché non reagiscono con il tessuto umano. Bobine di niobio e zirconio vengono impiegate in magneti superconduttori. Il niobio non ha alcun ruolo biologico e suoi composti sono abbastanza rari da incontrati nella vita quotidiana, tuttavia sono tossici e devono quindi essere maneggiati con la necessaria cautela. In particolare la polvere di niobio metallico irrita la pelle, gli occhi e può facilmente incendiarsi all’aria. In ogni caso non sono mai stati riportati casi di esseri umani avvelenati da niobio.