1  
H 2
LI Be
Na Mg
K Ca
Rb Sr
Cs Ba
Fr Ra
3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
Sc Ti V Cr Mn Fe Co Ni Cu Zn
Y Zr Nb Mo Tc Ru Rh Pd Ag Cd
La-Lu Hf Ta W Re Os Ir Pt Au Hg
Ac-Lr Rf Db Sg Bh Hs Mt Ds Rg Cn
          18
13 14 15 16 17 He
B C N O F Ne
AL Si P S Cl Ar
Ga Ge As Se Br Kr
In Sn Sb Te I Xe
Tl Pb Bi Po At Rn


Simbolo dell’elemento: Tb
Numero atomico: 65
Config. elettronica: [Xe] 4f95d06s2
Isotopi naturali: 159Tb
Massa atomica: 158.92 uma
Densita: 8.25 g cm-3 (0°C, 1atm)
Punto di fusione: 1359°C
Punto di ebollizione: 3221°C
Elettronegativita: 1.2

Lingotto di terbio

Terbio

Il Terbio (il nome deriva, come anche i nomi degli elementi erbio, itterbio e ittrio, dal nome del villaggio di Itterby in Svezia, presso il quale furono scoperti i minerali da cui furono poi isolati da W. Sheele) è un elemento metallico. Il terbio è un metallo di colore grigio argenteo lucente, sufficientemente morbido da poter essere tagliato con un coltello. La sua reattività è piuttosto blanda, infatti non reagisce facilmente con l’ossigeno dell’aria, tende quindi a conservare la lucentezza metallica per lungo tempo anche dopo l’esposizione all’aria. La reazione con l’acqua è molto lenta. Il terbio si classifica al 55° posto come abbondanza sulla crosta terrestre, esso ha circa la stessa abbondanza del molibdeno e del tungsteno, ma è comunque più abbondante dello iodio, dell’argento e dell’oro. Anche se in forma elementare è abbastanza stabile, non si rinviene in forma nativa ma solo nei suoi minerali, che sono gli stessi in cui si trovano anche gli altri lantanidi. Uno degli usi del terbio è la fabbricazione di fosfori per schermi o lampade. Il terbio risulta essere poco tossico e, anche se ingerito in piccole quantità, non risulta essere pericoloso.