Simbolo dell’elemento: Sn
Numero atomico: 50
Config. elettronica: [Kr] 4d105s25p5
Isotopi naturali: 112Sn, 114Sn, 115Sn,116Sn, 117Sn, 118Sn, 119Sn, 120Sn, 122Sn, 124Sn
Massa atomica: 118.71 uma
Densita: 7.31 g cm-3 (0°C, 1atm)
Punto di fusione: 232°C
Punto di ebollizione: 2602°C
Elettronegativita: 1.96
Stagno bianco parzialmente convertito in stagno grigio a -38°C
Stagno
Lo Stagno (il nome deriva dal latino «stannum» a sua volta derivante dal termine indo-europeo «stag» gocciolante, per la sua capacità di fondere a basse temperature) è un metallo bianco-argenteo, duttile e malleabile. Produce uno stridio quando viene piegato e diventa fragile se riscaldato. Sotto i 13°C converte lentamente in stagno grigio (la nota «peste dello stagno»), una diversa forma allotropica, polverulenta e meno densa (5.77 g cm-3). Lo stagno bianco resiste all’acqua ma è attaccato da acidi forti e da basi. E’ relativamente poco abbondante (1-2 ppm nella crosta terrestre) ed esiste in natura principalmente come ossido (cassiterite) e in solfuri complessi (come la stannite). L’impiego più importante in passato era nella lega di bronzo con il rame, o nel peltro (lega con rame, bismuto e antimonio) e nella lega da saldatore. Fogli di stagno (carta stagnola) servivano per l’imballaggio di cibi e medicinali. Un moderno impiego è nella lega con niobio per magneti superconduttori. Vari suoi composti trovano largo impiego come componenti di vernici antivegetative per le carene delle navi, per impedire il proliferare di alghe, crostacei e molluschi. Composti di stagno sono aggiunti ai componenti delle plastiche (vulcanizzazione) come stabilizzanti per ritardare la degradazione fotochimica, come catalizzatori, come agenti riducenti e mordenti nella colorazione dei tessuti. Alcuni suoi organoderivati sono fortemente tossici per il corpo umano.